FM 23 ITA 4-4-2 LEICESTER DI CLAUDIO RANIERI DEL MAGICOMONTA

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INTRODUZIONE
L’anno precedente ‘le Foxes’ rischiarono la retrocessione, chiudendo al 14esimo posto, e 365 giorni dopo riuscirono a laurearsi campioni d’Inghilterra, con 10 punti di vantaggio sull’Arsenal secondo, e guadagnandosi l’accesso diretto alla Champions League. Il Leicester City totalizzò 81 punti con 23 vittorie, 12 pareggi e solamente 3 sconfitte; ebbe il terzo miglior attacco del campionato con 68 goal fatti e la seconda miglior difesa, con soli 36 goal subiti. La formazione prediletta dal tecnico romano prevedeva un 4-4-2 vecchio stile, leggermente riveduto e corretto nelle due fasi di possesso e non, ma pur sempre di vecchio stampo. Il prodotto finale è sotto gli occhi di tutti. Una squadra che sapeva chiudersi alla perfezione nella propria trequarti per esplodere poi in ripartenze micidiali. Contro ogni pronostico e aspettativa di gioco, a fine stagione, il Leicester risultò la terzultima squadra per possesso palla (43,8%, peggio solo Sunderland e WBA); fu penultima per numero di passaggi corti (267 in media, peggio solo il WBA) ed ultima per percentuale di passaggi completati (69,8%). Tuttavia Ranieri seppe compensare in altro modo, sfruttando le peculiarità ed esaltando le doti del roadster che aveva a disposizione. Infatti, il Leicester risultò tra le prime squadre nella lega per: tackle (22.8), palle intercettate (22.3), goal segnati in contropiede (4) e lanci lunghi effettuati (70) in media ogni partita. Ed è proprio su questa tipologia di gioco che la squadra inglese riuscì a costruire le proprie fortune.

COSTRUZIONE

In fase di possesso palla la squadra non si schierava con un modulo di gioco ben preciso poiché non era un team che prediligeva il possesso palla ed aveva un gioco piuttosto spezzettato e poco continuo; preferiva far avere il pallino del gioco agli avversari, per poi riconquistare palla ed affondare in contropiede con improvvise e micidiali verticalizzazioni. Per questo motivo, i movimenti e le posizioni dei giocatori in campo venivano continuamente modificate in base alla situazione di gioco. Tuttavia possiamo dire che era un 4-2-4, non troppo distante dallo schema di gioco di base, con centrali di centrocampo più vicini alla linea difensiva, esterni più alti rispetto alle posizioni di partenza e punte che si alternavano, uno accorciava e Vardy attaccava la profondità. La costruzione della manovra avveniva principalmente tramite lanci lunghi del portiere o dei difensori per le punte, Un attaccante andava a contrasto con la difesa avversaria e i centrocampisti, Kanté e Drinkwater, di solito, accorciavano verso la porta avversaria per andare ad attaccare e conquistare la seconda palla.
La circolazione di palla tra difensori e centrocampisti era pressoché nulla, raramente uno dei due centrocampisti si abbassava e, se accadeva, era un movimento finalizzato a liberare spazio per la giocata lunga all’esterno. I terzini giocavano alti, dando modo agli esterni di salire e spaziare sia mantenendo l’ampiezza che accentrandosi sul piede forte e andando alla conclusione in porta.

SVILUPPO

Un attaccante fungeva da appoggio e sponda per lanci e triangolazioni basse, mentre Vardy si muoveva prevalentemente nella zona centrale, pronto a dare profondità ed attaccare l’area sui cross tagliati a rientrare di Albrighton e Mahrez. I centrocampisti partecipavano solo per i lanci agli esterni o le improvvise verticalizzazioni sulle punte, altrimenti restavano bassi davanti alla difesa a dare copertura.
Un ruolo fondamentale nel gioco del Leicester lo avevano le transizioni positive, quando si riconquistava palla si cercava la giocata immediata verso l’esterno o la verticalizzazione per Vardy; quasi mai avveniva il consolidamento del possesso con giro palla tra difensori e centrocampisti.

FASE DI NON POSSESSO

In fase di non possesso la squadra si schierava sempre con un 4-4-2 con linee molto strette e giocatori spesso posizionati tutti dietro la linea della palla.
Il Leicester effettuava un pressing organizzato sull’avversario che riceveva palla spalle alla porta, con eventuale raddoppio qualora necessario. Il pressing iniziava quando la palla veniva giocata per vie laterali dagli avversari, in quel momento usciva l’esterno di competenza in pressing e a seguire i compagni andavano in marcatura su l’avversario più vicino o raddoppiavano.
Il 4-4-2 del Leicester di Ranieri nella fase di non possesso prevedeva densità in zona palla e squadra compatta tra i reparti. Un ulteriore punto di forza, difensivamente parlando, era il pressing alto individuale portato da Jamie Vardy ai danni dei portatori di palla avversari. L’attaccante inglese era il primo uomo del Leicester ad andare in pressione ogni qual volta che la situazione lo richiedeva.


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